Oh, chissà quando avrò 30 anni dove sarò! Le automobili voleranno, i radar e i cervelli artificiali regoleranno i sistemi di comunicazione, e gli alieni giungeranno finalmente tra noi. Alcuni di questi pensieri sinistri occupavano la mia mente tardo-infantile prima di prendere sonno. Erano sicuramente più affascinanti del contare pecorelle nel letto, dato che ero già precocemente inquieto aka insonne. Insomma tutto immaginavo, tranne che essere qui dove sono. Nella citrus area del Queensland, uno degli stati più grandi, remoti e agresti dell’Australia. Dove dalla società dei servizi sono passato, quasi senza accorgermene, alla società agricola. In pratica dal settore terziario al settore primario, stando alle definizioni scolastiche del sistema economico di una società. Trattori, camion e furgoni qui sostituiscono metro, tram e treni overground, mentre per un pò è semplicemente divino smettere di odorare persone, curando la crescente misantropia provocata dalle metropoli.
In un’età critica -i 30 anni- meglio definita dai sociologi moderni l’età dei “giovani adulti”. Averli oggi è un rischio non calcolato, un tuffo in un liquido informe, indefinito e mutevole. L’importante è decidere di viverli inseguendo la persona che si vuole essere davvero smettendo di credere a miti fatui, liofilizzati o calati dall’alto e liberandosi dalle pressioni sociali per sempre. 30 anni oggi è un presente che non se ne va, e un futuro che non arriva mai per la maggior parte dei miei coetanei.
Nel tragitto che faccio ogni mattina all’alba da questo piccolo villaggio tropicale (l’impronunciabile Mundubbera) nel cuore del Queensland alla fattoria Old Cooranga, capita di guardarmi indietro e pensare agli trascorsi nella mia assurda vita, dalle mie umili origini fino a qui. Fino a poco tempo fa c’era rabbia e rancore, mentre ora nel mio animo neo-trentenne mi sforzo di trovare solo assoluzione, accettazione e amore, se vogliamo.
Spesso mi viene spontaneo pensare di non aver concluso granché, ma di essere solo una trottola impazzita che vaga disperatamente da un polo all’altro della Terra. Anche perché molti continueranno a farmelo pensare, forse per tutta la vita. Poi chiudo gli occhi e scavo per bene nei miei ricordi. E trovo alcuni diamanti preziosi: le grasse risate col mal di pancia, la passione nelle cose che ho provato a creare, il bello che ho lasciato nelle persone che ho incontrato, pur commettendo i miei errori. Alla fine della fiera ricordo solo il buono degli episodi difficili. Questo grazie al continuo tentativo di fare pace con me stesso e con la vita, ma soprattutto al coraggio di oltrepassare i confini delle cose ritenute possibili. Davanti a me ancora molti anni da trascorrere, con un pensiero, tanto labile quanto rassicurante, di avere un barlume che mi segue e non mi abbandona: la proiezione della persona che mi piacerebbe diventare tra qualche anno. Uno che impara ad affrontare la vita abbandonandosi ai sogni, volendosi sempre più bene e senza aver mai paura dell’ignoto.
Ben venga dunque l’Australia e questi giorni che non torneranno più, nella Terra dove il mio nuovo me cresce e diventa un giovane adulto….nullatenente ma felice!
in bocca al lupo!
“nullatenente ma felice” è il top. Vai per la tua strada e non voltarti mai amico mio. ❤
“E’ un futuro che non arriverà mai” una cruda verità. HAPPY B*DAY again.
HAV FUN in AUSTRALIA. You own all of my envy. ^_*
Sei una persona meravigliosa, averti lontano è straziante. Ti auguro il meglio :))