Prima che il bio, il KM 0 e il 100% organic fossero concetti cool su cui basare le strategie di marketing delle catene commerciali, esisteva una società matriarcale in cui le nonne italiane crescevano intere generazioni con la sfoglia e il mattarello, usato spesso e volentieri anche come arma in caso di disobbedienza dei nipoti.
Le orecchiette home-made, le tagliatelle, i ravioli e poi i mitici tortelli – icone della cucina emiliana poi giunte nel resto d’Italia e del mondo – scandivano così le domeniche di mezza Italia.

Dunque attratto dall’idea romantica di imparare a fare la pasta fresca ma spinto anche dalla voglia di salutare il mio beloved Chef Rubio, ho deciso di partecipare al progetto Origami Italiani nel distretto 5Vie Art+Design negli spazi di Pasta d’Autore durante il Fuorisalone di Milano 2017.
Non poteva che essere Chef Rubio il fautore di Origami Italiani. E’ lui infatti l’esponente dell’avanguardia culinaria dei nostri giorni. Un interprete del gusto delle cose semplici buone da mangiare, belle da vedere e facili da condividere. Come i tortelli che si incastrano perfettamente in fila negli origami di carta progettati dal designer Filippo Protasoni che ha tradotto in un oggetto fisico e di design questo nuovo concetto di pasta fresca.

Partecipare a questo workshop è stato come un po’ come vivere in prima persona un momento storico in cui la pasta fresca passa da una deriva meramente vintage a un oggetto di culto contemporaneo.
Lunga vita alla geniale non convenzionalità di Chef Rubio e alla pasta fresca, simbolo del nostro made in Italy ma anche di un’epoca in cui aveva ancora un valore sia la lentezza dei gesti semplici che il piacere di creare qualcosa con le proprie mani.

Dopo un paio di Peroni Cruda offerte gentilmente dalla casa me ne tornavo a casa con i tortelli sotto braccio e pensando ancora a quel genio di Chef Rubio che anche stavolta s’è inventato un trend di consumo gastronomico. Prima crea una nuova cultura dello street food con il format televisivo su Dmax “Unti e Bisunti” mentre adesso dà una seconda giovinezza alla pasta fresca.
Chapeau!

