Se sei un ragazzo gay nato e cresciuto nel Sud Italia, non puoi non conoscere Pierpaolo Mandetta. Perché Pierpaolo, o Paolo, come è meglio chiamarlo, è diventato un vero “influencer” sui social, con il suo blog e grazie ai suoi romanzi di successo scritti per Rizzoli raccontando senza filtri le tipiche paranoie dei gay di provincia, gli sguardi dei bulli-aguzzini a scuola ma soprattutto la lotta per l’indipendenza e la felicità, sempre un po’ più difficile se sei terrone e pure gay.
Vagamente suscettibile evolution! è il suo ultimo romanzo in cui Paolo interpreta un’intera generazione di gay normali, che amano le piantine sul balcone, il sugo della domenica, e le passeggiate in campagna lontani dalle scritte fluo delle discoteche milanesi e dagli stereotipi omosessuali dominanti.
Il romanzo concilia pulsioni sessuali e sentimenti genuini, profuma di pasta al forno e definisce l’amore come un semplice ma significativo ”incastro”. Si snoda attraverso una serie di post tratti dal suo profilo Facebook: i più esilaranti, i più riusciti, che diventano cesure di uno storytelling di relazioni amorose in salsa LGBT in cui è difficile pronunciare la parola “per sempre” mentre noi invece cambiamo, di sexting su Grindr e di eterne chattate notturne, di attese verso i primi appuntamenti, di comiche differenze tra Nord e Sud.
Con la sua sensibilità umana e di scrittore accarezza i ricordi di un’infanzia fatta di umiliazioni a scuola, di passività-aggressiva e aggressiva-passività subita negli ambienti familiari “tradizionali” senza mai esaltare davvero la sua vittoria finale come persona e come autore di successo. Probabilmente per timidezza o per modestia, o per qualche retaggio caratteriale che lo rendono schivo nella narrazione e nel suo sorriso contagioso.
Vagamente suscettibile evolution! segue il romanzo di successo “Dillo tu a mamma’”, edito sempre per Rizzoli, in cui con ironia e amare verità Paolo racconta i primi inconfessabili amori dietro ai muretti di paese, il suo doloroso coming out, le difficoltà di vivere un amore maturo e l’ansia di essere inadeguati in questo mondo che ci vuole vincenti e arrivati ma che non ci dà la possibilità di diventarlo.
Per Paolo Mandetta si puo’ essere gay e non essere alla moda. Si può’ amare qualcuno dello stesso sesso ed essere un giardiniere o un meccanico. Si puo’ esserlo vivendo a Paestum e non a Porta Venezia a Milano. E anche non essendo cool sui social, di cui spesso diventiamo vittime per cercare virtualmente di essere quello che non siamo, diventando poi vittime di pareri urlati, superficiali e drogati da un meccanismo perverso in cui nessuno legge più nulla veramente.